C’è sempre molta disinformazione quando si parla di cannabis light, perciò è bene fare un po’ di chiarezza. Cominciamo dalla distinzione tra marijuana e cannabis:
- la marijuana è una sostanza psicoattiva data dall’essiccazione delle infiorescenze della cannabis sativa;
- cannabis sativa è il nome scientifico di un intero genere di piante; non tutte le varietà di cannabis contengono sostanze psicotrope, che si riscontrano solo nella sottospecie nota come “canapa indiana”.
Cosa contraddistingue la cannabis light?
Ogni Paese ha le sue leggi e norme specifiche per definire cosa sia legale e cosa no, ma di solito si tengono in considerazione i livelli di due sostanze che si possono ritrovare nelle infiorescenze: il THC e il CBD.
Il THC (detto anche Delta 9 tetraidrocannabinolo) è la sostanza che provoca euforia. Il CBD, o cannabidiolo, è quella che ha effetti sedativi. La legge italiana 242/2016 determina che la cannabis per essere definita legale e quindi commerciabile deve avere un livello di THC compreso tra 0,2 e il 0,5%. Proprio per questo motivo si vendono le infiorescenze femminili, poverissime di THC ma ricche di cannabidiolo con effetti sedativi.
La cannabis legale non è considerata stupefacente proprio per la bassa concentrazione di THC.
Non vi sono particolari controindicazioni alla sua assunzione, ma come per ogni sostanza o farmaco seppur naturale bisogna tener attenzione alla risposta individuale. Leggi di più sulla modalità di assunzione dei nostri prodotti.
HHC: quali sono le norme di legge?
Recentemente si parla sempre più spesso di HHC, o esaidrocannabinolo: è una sostanza cannabinoide, una forma idrogenata di THC con effetti abbastanza simili (sensazioni di euforia, aumento della frequenza cardiaca e della temperatura corporea, alterazione della percezione visiva…).
È legale? Poiché al momento la normativa parla esplicitamente dei valori di THC come discrimine, l’HHC è considerato tecnicamente legale, se rispetta questo requisito.